Biografia

Biografia breve

Spirito libero, artista senza etichettature Bruno Zoni è stato segnato dalle stigmate del Po, sulle cui rive è nato un secolo fa (Coltaro 26 dicembre 1911), in quella terra ovattata d’inverno da una raggelante coltre nebbiosa e arsa d’estate da un’afa che toglie il respiro. Terra dura, concreta, difficile ma anche densa di suggestioni che baluginano tra lo scorrere lento del fiume e il silenzio incantato dei pioppi. Immagini, fantasie che si sono radicate dentro Bruno Zoni, tra i meandri della sua sensibilissima anima; e acutamente Franco Arcangeli ha individuato in lui uno degli esponenti più rappresentativi del naturalismo informale padano. 

Trasferitosi a Parma bambino con la famiglia, ha studiato all’Istituto d’arte Paolo Toschi e successivamente si è diplomato in scenografia all’Accademia di Brera, studiando contemporaneamente composizione musicale. A 27 anni è stato ammesso alla Quadriennale nazionale di Roma con «L’Appennino dopo la pioggia» col sole che evidenzia l’architettura semplice delle umili case, la terra arata inscurita mentre il verde ha vellutate luminosità. Per lui si stava profilando una brillante carriera con la chiamata in cattedra a Brera, condizionata però all’iscrizione al partito fascista. Ma Bruno non ha voluto legarsi ad alcun carro né politico né artistico e così si è ritrovato ad insegnare in provincia di Piacenza. 

Questo non gli ha impedito di partecipare alle discussioni che animavano la pittura italiana con la nascita del gruppo di Corrente, che rifiutava i richiami celebrativi imperiali per un rapporto più intimo con la realtà quotidiana, che per Zoni significava il Po. E le «Vedute del Po», risalenti al ’45, hanno segnato per lui una svolta in quanto – come ha evidenziato Luciano Caramel - «cambia la tavolozza, che si fa più limpida, priva di risonanze tonali novecentesche». Nello stesso anno ha sposato Angiolina Gandini  (dal matrimonio sono nati Lina e Antonello) e ha iniziato ad insegnare a Parma. L’immediato dopoguerra ha offerto la possibilità di conoscere quanto era avvenuto all’estero: c’è voglia di sperimentare ma c’è anche chi esalta il realismo come impegno sociale. Zoni ha partecipato al dibattito senza rinunciare  alla propria personalità, alle proprie idee che volevano il contenuto subordinato alla forma. I suoi paesaggi hanno assunto strutture più marcate, quasi post-cubiste e tra i soggetti sono entrati le fabbriche e i cantieri. Nel 1950 è stato invitato alla XXX Biennale di Venezia. L’informale intanto iniziava ad attirare diversi pittori e il «Fronte nuovo delle arti» si divideva: Guttuso, Pizzinato, Levi si ritrovavano nel «Realismo», Afro, Birolli, Vedova, Morlotti davano vita al «Gruppo degli otto», che propugnava un linguaggio che tenesse conto delle varie esperienze, compreso l’informale. Zoni ha seguito questo secondo gruppo, incontrandosi con loro nei mesi estivi a Forte dei marmi e a Manarola. «Il colore forma – ha scritto Roberto Tassi nel ’54 - ha perduto ormai ogni asprezza troppo insistita e si adagia spontaneamente in zone di coesione e di contrappunti secondo le indicazioni di un viva forza emotiva».

L’emotività come intensa partecipazione vitale è la bussola che l’ha guidato nell’affrontare tutti i soggetti - persone, paesaggi, nature morte - dalla metà degli anni Cinquanta liberandosi dal geometrismo di matrice cubista per cogliere in presa diretta aria, luce, sensazioni in una sciolta libertà pittorica fatta di segni brevi quanto intensi, lampi di sostanza poetica. Il suo rapporto con la natura non si esaurisce col paesaggio ma prosegue nelle «nature morte» dove ha scritto alcune delle pagine più significative di quegli anni. La materia, brulicante di ombre, di luci, di spessori, rivela il proprio processo vitale di trasformazione mentre le vibrazioni emozionali si concentrano in segni di stenografica rapidità che accendono barlumi di liricità senza distogliere l’attenzione dalla sostanza concreta. La sua vivace cultura lo ha portato a captare con prontezza quanto accadeva intorno a lui ma l’ha sempre filtrato con la sua forte personalità cosicché quando è stato attirato dall’informale, l’ha saldamente agganciato alla natura. Anche nel rappresentare le persone s’è posto in un rapporto diretto con la loro carne e il loro spirito. Nei ritratti ha affondato il pennello come un bisturi nell’anima delle donne, degli uomini mettendone a nudo impietosamente i pensieri, i sentimenti, i desideri più riposti con un realismo espressionista di inquietante spessore, che trova significative consonanze sul piano europeo. Nei nudi femminili non ha ricercato una sensualità calda e appagante, come nel rinascimento e nel barocco, bensì un erotismo di peccaminosa carnalità con intriganti luci sottili. I Crocifissi, invece, hanno il corpo raggrumato e sfatto e il dramma esplode in tutta la sua tragica tensione umana e divina, descritto con quella bruciante passione che ha contraddistinto tutta la sua opera raggiungendo vertici di elevata bellezza. Bruno Zoni è deceduto nel 1986, sulla soglia dei 75 anni. L’amico Emilio Taverna l’ha ricordato con una struggente poesia in cui si legge «Addio, amico Pittore; il mare di Manarola canta ancora,/ su candidi scogli, la tua severa malinconia, mentre/ ignote mani sfiorano, con tenero rimpianto/ i tuoi pennelli deserti».

 

PIER PAOLO MENDOGNI

da Gazzetta di parma

Biografia approfondita

 

Da: PARMA E LA SUA STORIA – Dizionario biografico dei Parmigiani

 

ZONI BRUNO

Coltaro 26 dicembre 1911-Bannone 10 agosto 1986

 

Nacque da Giuseppe e da Lina Ronconi, originari di Parma, che si erano trasferiti in quell’anno stesso in riva al Po per dirigere una cooperativa agricola. Nel 1915 la famiglia fece ritorno a Parma stabilendosi al numero 13 di borgo Felino, dove i genitori gestirono un forno.

Quindicenne, cominciò a prendere lezioni di pianoforte dal maestro Isaia Avanzini, studio che dovette interrompere di li a poco a causa di un incidente traumatico ai polsi. Nell’anno scolastico 1928-1929 si iscrisse al Regio Istituto d’Arte di Parma, dove seguì in particolare i corsi di scenografia tenuti da Enrico Bonaretti, avendo tra i compagni Arnaldo Spagnoli e Arturo Frigeri.

Nel 1931 si diplomò al Regio Istituto d’Arte di Parma.

L’anno seguente seguì i corsi di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1933 allestì gli scenari per una festa all’aperto promossa dal Gruppo Rionale Walter Branchi.

Vinse frattanto il concorso di abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole medie e GIL nell’anno scolastico 1933-1934 ottenne il suo primo incarico nella scuola media di Bobbio.

Zoni insegnò fino al 1970, oltre che nelle scuole medie inferiori, in diversi istituti tecnici di istruzione superiore di Parma e di Piacenza. Rifiutò invece una proposta di docenza a Brera perchè vincolata all’iscrizione al partito fascista.

Nel 1935 cominciò un’intensa attività espositiva nell’ambito delle numerose manifestazioni di carattere locale più o meno direttamente organizzate dal Partito fascista: partecipò così alla triennale di Belle Arti di Parma, promossa dalla Società di incoraggiamento per gli artisti nei locali del Ridotto del Teatro Regio e fu altresì presente alla III Mostra d’Arte del Gruppo Universitario Fascista, dove espose due paesaggi e un Circo equestre.

Nel 1936 partecipò alla II Mostra Provinciale promossa nei locali del Ridotto del Regio dal Sindacato Fascista Belle Arti esponendo due oli e una tempera (Ingresso di Corniglio, Il Parma a Porporano e Primavera verso il Castelletto) e due disegni (Ebe e Il riposo di Vorti).

Fu presente anche alla IV Mostra Prelittoriale (Pietro Bianchi sul Corriere Emiliano del 5 gennaio 1936 lo definisce un pittore dotato ma che un eccesso di temperamento travia verso effetti scenografici).

Nel 1938 vinse il primo premio di 100 lire al Concorso di Scenografia promosso dal GUF di Parma per bozzetti relativi alla scena della commedia Canadl di C. G. Viola, che venne allestita a cura dell’Opera Nazionale Dopolavoro.

Partecipò alla VI mostra Prelittoriale d’Arte del GUF di Parma, inaugurata presso la Casa dello Studente (venne selezionato per i Littoriali di Palermo relativamente alla sezione pittura) e fu inoltre ammesso alla VI Mostra Interprovinciale allestita a Bologna, promossa dal Sindacato Fascista Belle Arti, che raccolse le opere migliori emerse nelle rassegne a carattere provinciale dell’intera regione.

L’anno seguente partecipò per la prima volta a manifestazioni di rilevanza nazionale: la III Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma e il Concorso Nazionale del Paesaggio Italiano di Bergamo, presentando in entrambe le occasioni lo stesso dipinto, Alto Appennino parmense dopo la pioggia.

Nel 1941 partecipò, con motivo di paese, alla III Mostra Intersindacale di Milano, promossa dal Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti.

Nel 1943 partecipò alla Mostra del paesaggio patrocinata dalla Gazzetta di Parma e allestita nella Galleria d’Arte di via Vittorio Emanuele e dipinse lo sfondo a carattere orientale (come specifica la Gazzetta di Parma del 31 dicembre 1943) per lo spettacolare presepe allestito all’istituto De La Salle di Parma.

Il 14 aprile 1945 si sposò con Angiolina Gandini. Il 30 settembre dello stesso anno venne eletto Presidente del rifondato Sindacato Artisti di Parma (affiancato da Ugo Monica e Giorgio Bandieri in qualità di consiglieri). In questa veste promosse l’organizzazione della prima mostra del Sindacato dopo la liberazione, inaugurata nel Ridotto del Teatro Regio il 21 ottobre 1945.

L’anno seguente vinse il premio messo in palio dalla Democrazia Cristiana alla Mostra interprovinciale di Piacenza organizzata dal Comitato del Maggio Piacentino e allestita nel Palazzo Gotico.

Nel 1947 partecipò al I Premio Modena (concorso nazionale di pittura), allestito nella Loggia del Mercato in Piazza Grande.

Lo Zoni si impegnò anche nella vita pubblica cittadina: nel 1948 fu nominato con decreto del Ministero della Pubblica Istruzione membro della commissione per la tutela delle bellezze naturali per la provincia di Parma. Nel rifiorire di manifestazioni artistiche a Parma nel dopoguerra, lo Zoni fu sempre in prima linea, anche in virtù del suo ruolo istituzionale di Presidente del Sindacato Artisti.

Nel febbraio 1949 partecipò a una interessante rassegna di iniziativa privata, organizzata dall’atelier Alpi. Accanto ai pittori locali (oltre a Zoni, Bacchini e Mattioli) furono esposte opere di de Chirico, Guttuso, Severini, Maccari, Morandi, Cantatore e Del Bon. Nel maggio dello stesso anno, con l’opera Figure, vinse il premio di 30000 lire messo in palio dall’Unione Industriali nell’ambito della II Mostra Provinciale d’arte promossa dal sindacato Artisti di Parma al Ridotto del Teatro Regio.

Recensendo la mostra sulla Gazzetta di Parma del 31 maggio 1949, Attilio Bertolucci così annota: Di Bruno Zoni seguiamo i lavori non da oggi e ci sembra che egli vada lentamente, ma sicuramente, conquistando un suo stile; apprezziamo di lui specie il colore, di grande raffinatezza e intensità.

L’attività espositiva si fece in quel periodo via via più fitta: partecipò alla II Mostra Nazionale del Disegno e dell’incisione Moderna di Reggio Emilia, al I Premio Golfo della Spezia a Lerici e al Premio Salsomaggiore, organizzato dal gallerista milanese Ettore Gian Ferrari al Grand Hotel Des Thermes.

Nel 1950 partecipò alle più importanti manifestazioni a carattere nazionale che andavano nascendo ogni anno più numerose nell’Italia della ricostruzione: al III Premio Suzzara dedicato a Lavoro e Lavoratori nell’arte, al II Premio cittl di Gallarate, al II Premio Golfo della Spezia. A quell’anno risale anche la sua unica partecipazione, con un Paesaggio alla marina, alla Biennale di Venezia nella sua XXV edizione. In qualità di presidente del Sindacato Artisti di Parma organizzò in febbraio la III Mostra Provinciale d’arte del Sindacato nel Ridotto del Teatro Regio: una mostra di apertura nazionale che intese illustrare le più differenti tendenze del panorama italiano, proponendo, con quelle degli artisti locali, opere di pittori come Mucchi, Tettamanti, Borgonzoni, Brizzi, Cantatore, Cassinari, Guttuso, Tomea, Tamburi, Birolli, Cagli, Funi, Pizzinato, Rosai, Mafai, de Chirico, Sironi, Severini, Morandi, Morlotti, Omiccioli, Menzio, De Grada, Bot, Ciangottini, Ligabue, Rovesti e Mozzali. L’iniziativa riscosse un vasto consenso e numerose furono le recensioni anche sui quotidiani nazionali, tra cui quella di Guido Ballo su L’Avanti del 19 marzo 1950: Bruno Zoni presente con due Paesaggi e una Composizione dove il colore, vibrantissimo nei rosa, nei verdi incupiti, ha un valore costruttivo tutto interno.

A sua volta Attilio Bertolucci, sulla Gazzetta di Parma del 12 marzo 1950, si sofferma ad analizzare i cambiamenti verificatisi nel lavoro dello Zoni, che evolve violentemente, dall’intimismo, verso un espressionismo drammatico, come nella Veduta della cittl, o verso un cubizzare dolente e affannato, come nell’Interno, in un tentativo nobile di nuove forme. Iniziativa del Sindacato fu anche l’allestimento a Parma della Mostra d’arte contemporanea Premio Suzzara. L’esposizione ebbe luogo nel Ridotto del Teatro Regio e lo Zoni fu presente con l’olio La donna e la macchina.

Nel 1951 vinse il terzo premio di 200000 lire della Mostra nazionale di scenografia verdiana tenutasi in autunno nel Ridotto del Regio, promossa dal Sindacato Artisti nell’ambito delle onoranze per il cinquantenario della morte di Verdi. Lo Zoni allestì un teatrino assieme al suo compagno di studi di un tempo, Arturo Frigeri, con la scena dell’atto I dell’Otello.

Il 1951 fu un anno di grandi soddisfazioni per lo Zoni, carico di riconoscimenti e di premi: Premio Michetti di Francavilla al Mare, III Premio Golfo della Spezia (il suo dipinto, un paesaggio, entrò a far parte della Galleria d’Arte Contemporanea della Spezia), Premio Terni (dove vinse il premio Pauselli col dipinto Composizione), e IV Premio Suzzara. partecipò inoltre al III Premio città di Gallarate e alla I Biennale di arte marinara di Genova. Sempre nel 1951 fu eletto membro della commissione comunale per l’edilizia di Parma.

Nel 1952 venne premiato al V Premio Suzzara, ricevette il primo premio in qualità di insegnante della Scuola Media G. Pascoli di Parma al II Concorso Nazionale di disegno infantile, partecipò al IV Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia e fu membro della giuria del I Premio di pittura Cittl di Fidenza.

L’anno seguente partecips al VII Premio Nazionale F. P. Michetti di Francavilla al Mare, alla V edizione del Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia, alla Biennale del mare di Rimini e alla I Mostra d’arte delle province di Piacenza, Parma e Cremona. Fu inoltre membro delle giurie di diversi premi di pittura di ambito locale: il Premio Rocca Sanvitale di Fontanellato, il Premio Sant’Ilario, il Premio Fidenza, nonchÄ del concorso delle vetrine di Parma.

Nel 1954 ricevette il primo premio del I Concorso Provinciale di bianco e nero di Parma per Contadina emiliana, un grande disegno che dons in seguito al Comune di Sissa, e vinse il premio di 50000 lire messo a disposizione dall’Ente Provinciale Turismo di Parma per il dipinto Il golfo nell’ambito del VI Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia. Partecips all’VIII Premio Nazionale F. P. Michetti di Francavilla al Mare, al Premio Marzotto a Milano, nel Palazzo Reale, al VII Premio Suzzara e al IV Premio Vado Ligure, dedicato al tema del lavoro. Nel 1954 si allontana dal Sindacato Artisti per dare vita a un Gruppo di artisti secessionisti.

Nel 1955 allesto a Modena, alla Galleria La Saletta, la prima mostra personale, dove espose sedici quadri degli ultimi sei anni, dal 1948 al 1954. La mostra ricevette, tra le altre, la lusinghiera recensione di Augusta Ghidiglia Quintavalle, la quale nota, sulla Gazzetta di Parma del 13 maggio 1955, come La sua pittura non è facile, ma è sorgiva, onesta e profonda; non ha intenzioni specificatamente cubiste o astrattiste, o almeno supera cubismo e astrattismo.

Non sono i paesaggi, la ferrovia, la natura morta o la figura umana il vero interesse del pittore, ma la luce, il tono che dl volume e, in essi, il trascorrere del tempo: uno specchio di cielo fermo e cristallinamente azzurro che presuppone uno spazio infinito: l’imporporarsi dell’aria al tramonto che si proietta sui dati policromi della case; il calmo mistero della notte, quasi finestre aperte su un mondo che odora d’alghe e di mare ed Å vivo vissuto brano a brano, momento per momento.

Nello stesso anno partecipa al III Premio Esso, allestito per quella edizione a Venezia, nel Padiglione italiano della Biennale, che propose agli artisti il tema Viaggio in Italia (lo Zoni espose il dipinto Reti in Liguria). Fu inoltre presente alla VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, all’VIII Premio Suzzara, alla Biennale internazionale del Mare di Rimini e alla Mostra dei collezionisti parmensi alla Galleria del Teatro di Parma, dove espose una Marina, già di proprietà di Pietro Barilla.

Nel 1956 vinse il primo premio al IV Concorso di pittura Rocca Sanvitale di Fontanellato e partecips alla V Mostra Nazionale Biennale del disegno e dell’incisione a Reggio Emilia. L’anno seguente fu il principale promotore dell’iniziativa Muro dipinto di Corniglio, organizzata il 22, 23 e 24 agosto, in concomitanza con la locale II Mostra d’arte sacra curata da Augusta Ghidiglia Quintavalle: un gruppo di sedici pittori fu invitato nel paese dell’Appennino parmense a eseguire un dipinto murale a secco per le strade, sotto gli occhi della popolazione e dei curiosi (lo Zoni eseguo sulla casa Belletti-Pensieri, al n. 9 dell’antica via Roma, una veduta di Parma). Vinse la medaglia d’oro del Premio Casalmaggiore, dedicato al Po (con un Paesaggio padano), si classificò al terzo posto nel II Premio Città del Tricolore di Reggio Emilia, con l’opera Paesaggio n. 2, el VI Premio Cittl di Gallarate il disegno presentato dallo Zoni venne premiato ed entra a far parte della Galleria d’Arte Moderna.

Partecipa alla IV Mostra Provinciale d’arte del Sindacato Artisti di Parma, alla Mostra interprovinciale promossa dal Sindacato Artisti di Piacenza allestita al Palazzo Gotico, alla II Mostra nazionale di arte contemporanea di San Benedetto del Tronto e al III Premio Amedeo Modigliani di Livorno.

Nel 1958 partecipa alla VI Mostra Nazionale del disegno e della incisione moderna allestita nel Palazzo della Borsa Merci di Reggio Emilia.

Nel 1959 allestì una mostra personale a Bologna, alla Galleria del Libraio, dove espose ventiquattro opere eseguite tra il 1954 e il 1958.

Nella presentazione Roberto Tassi spiega come L’evoluzione ultima di Zoni è avvenuta da un post-cubismo che potremmo chiamare lirico a quell’area di irrazionalismo che attingendo ad una nuova dimensione interiore e di nuovo affrontando l’esistenza con impulsivitl e disperazione romantica ha di colpo e fin dai primi anni del dopoguerra interrotto un gioco che sembrava diventato ormai in alcuni estremi casi anche troppo meccanico, scompigliato sul tavolo i tarocchi cubisti. E infatti la pittura di Zoni si può ricondurre a una nuova più intensa e libera interpretazione della natura, cosicchè si puà fare per questa esperienza il nome di ultimo naturalismo.

Una seconda mostra personale venne allestita a Parma, la prima nella sua cittl, alla Galleria del Teatro, con carattere antologico (i dipinti esposti andavano dal 1940 al 1958). Di nuovo presentata da Roberto Tassi, la mostra fu segnalata anche sulla stampa nazionale. Partecips inoltre a una serie di manifestazioni collettive: la VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, il X Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia, la Mostra retrospettiva del Premio Suzzara e la collettiva di quindici artisti parmensi alla Galleria del Teatro di Parma.

In quest’ultima occasione risulta evidente che lo Zoni era ormai riconosciuto dalla critica, assieme a Mattioli, come l’artista parmigiano di maggiore rilievo (A. C. Quintavalle ne Il Resto del Carlino del 17 febbraio ). Sempre in quell’anno si fece promotore della VII Festa dei Pittori delle Cinque Terre, organizzata in memoria di Birolli, da poco scomparso.

L’anno seguente venne invitato a esporre alla Mostra di grafica organizzata a Pisa per festeggiare l’ottantesimo compleanno di Matteo Marangoni, curata da Carlo Lodovico Ragghianti. Partecips alla VIII Festa dei Pittori delle Cinque Terre a Manarola e alla mostra collettiva a cura di Roberto Tassi alla Galleria La Ruota di Parma (presente con due Paesaggi invernali e Paesaggio del Po).

Nel 1961 Arturo Carlo Quintavalle promosse una mostra personale dello Zoni, tutta incentrata sulla produzione grafica, presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Universitl di Pisa, diretto da Ragghianti, curando personalmente il succinto e puntuale catalogo intitolato L’opera grafica di Bruno Zoni. Lo Zoni venne premiato per il dipinto Manarola all’XI Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia, a proposito del quale lo stesso Quintavalle, scrivendo la recensione su Il Resto del Carlino del 14 settembre 1961, concesse uno spazio particolare al lavoro dello Zoni, sottolineando come le sue opere sono di una delicatezza di tocco da paragonare a quella di Soffiantino ma ricche in piØ di una forza struttiva e di una capacitl di impaginazione particolarissime.

Lo Zoni partecipa inoltre alla Mostra di Primavera (I rassegna di arte e di moda) presso i Grandi magazzini Fuso d’oro di Bologna.

Nel 1962 allestì due mostre personali: una a Carpi, nella galleria del Ridotto, con dipinti eseguiti tra il 1946 e il 1961, l’altra a Parma alla galleria La Ruota, presentata da Roberto Tassi. Partecips alla VI Biennale Colori della Lunigiana di Sarzana, allestita nel Palazzo XXI luglio, con due dipinti, Paesaggio di Lunigiana e Paesaggio N. 2, all’iniziativa Arte in Piazza di Rapallo (con due quadri, Figura e Inverno, gil esposti alla personale della Ruota a Parma) e alla mostra collettiva di artisti italiani alla Galleria IBM di New York.

L’anno seguente allestì a Salsomaggiore Terme, presso la galleria Il Tiglio, una mostra personale con opere realizzate in etl giovanile (tra il 1938 e il 1949). Venne premiato a Roma al Premio dell’Istituto nazionale per la Previdenza Sociale.

Nel corso degli anni Sessanta e fino ai primissimi anni del decennio successivo l’attivitl espositiva dello Zoni, coso come la partecipazione ai premi, ands sempre piØ diradandosi. Durante il 1964 partecips unicamente al Premio biennale di Casalpusterlengo, mentre per l’anno successivo non rimane notizia di alcuna mostra. Nel 1966 partecips all’VIII Premio Cittl di Gallarate (con Paesaggio sul Po) e, dopo un silenzio di quasi cinque anni, nel 1971 partecips alla I Mostra dell’Acquerello Italiano Contemporaneo di Reggio Emilia. Dopo anni di attivitl appartata, ritorns sulla scena nel 1972 con una mostra personale organizzata a Salsomaggiore Terme, alla galleria Il Sagittario (mostra tematica dal titolo I nudi), in cui espose ben cinquanta opere eseguite tra il 1938 e il 1965. Nel 1973 organizzs, come l’anno precedente, una mostra personale presso la galleria Il Sagittario di Salsomaggiore Terme, dal titolo Bruno Zoni. Opere dal 1956 al 1972, dove espose la sua piØ recente produzione, che segna una svolta netta rispetto all’attivitl precedente. Il Comune di Parma gli rese omaggio promuovendo alla Galleria del Teatro una impegnativa mostra personale con opere dal 1956 al 1972. Inoltre partecips alla mostra collettiva tenutasi presso la galleria La Cornice di Parma. Nel 1975 realizzs due mostre personali a Parma: quella promossa dal Comune nei locali del Circolo di Lettura e quella voluta da Niccoli nella omonima galleria ubicata in galleria Mazzini (Bruno Zoni. Paesaggi 1936-1946). Partecips anche all’esposizione di artisti parmigiani e pesaresi in occasione di un gemellaggio culturale tra le cittl di Parma e Pesaro. Due anni dopo, nell’ambito della rassegna sulla pittura parmigiana organizzata dal Centro Studi della Valle del Ceno a Bardi, allo Zoni fu dedicato un percorso personale all’interno dell’esposizione nei locali del Castello. Gianni Cavazzini presents una mostra personale alla galleria La Cornice espressamente dedicata al paesaggio (Il paesaggio di Bruno Zoni). Presso la medesima galleria partecips nel corso di quello stesso anno a tre mostre collettive (una in gennaio, una a maggio e una a ottobre). Nel 1978 partecips alla mostra Pittura italiana oggi organizzata a saronno per iniziativa del Comune e della Biblioteca Civica e nel 1979, a Bonassola, al Premio di pittura Assegno della fortuna a Bonassola. L’anno seguente venne invitato a partecipare a Luino alla mostra intitolata La dinamica culturale della pittura italiana d’oggi, promossa dal Civico Istituto di Cultura, nonchÄ alla Rassegna Nazionale d’arte contemporanea Umberto Vittorini di Pisa, patrocinata dal Comune, allestita nell’abbazia di San Zeno tra il 15 e il 22 giugno (fu presente con due dipinti e ricevette il premio Fiorino d’oro). Il suo dipinto 1922 venne richiesto da A.C. Quintavalle nell’ambito della mostra Parma, le barricate. 1922-1982, allestita nel palazzetto Eucherio Sanvitale all’interno del Giardino Pubblico (1982).

Nel 1985 la Soprintendenza ai Beni Architettonici chiese la sua consulenza per ridipingere la settecentesca facciata della chiesa di Sant’Uldarico in Parma, l’edificio su cui si affacciavano le finestre dello studio dello Zoni: la sua preferenza per una serie di tonalitl tra il grigio e l’azzurro, che andavano a sostituire un vivace giallo acceso di gusto ottocentesco, non mancs di suscitare vivaci polemiche sulla stampa locale. Dopo la sua morte (causata da infarto), per iniziativa del Comune di Parma e della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Parma e Piacenza, Raffaele De Grada curs nel 1987 un’ampia mostra antologica allestita dall’architetto Canali nei suggestivi ambienti sottostanti il palcoscenico del cinquecentesco Teatro Farnese.

Nel novembre 1995 la Fondazione Cassa di Risparmio di Parma organizza un’antologica delle opere dello Zoni: la cura della mostra e del catalogo fu affidata a Luciano Caramel, che lo Zoni aveva contattato gil in vita. Per il numero e la varietl delle opere, si decise di limitare la prospettiva agli anni dal 1930 al 1954, rimandando alla successiva esposizione (1999) la produzione dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. In questa occasione i figli dello Zoni donarono alla Fondazione alcune opere che entrarono a far parte della collezione permanente di Palazzo Bossi-Bocchi.

 

FONTI E BIBL.:

G.Forghieri, Tavolozza di Zoni, recensione della personale di Modena, in Gazzetta dell’Emilia 4 maggio 1955; A.Ghidiglia quintavalle, La personale di Zoni alla “saletta” di Modena, recensione della personale di Modena, in Gazzetta di Parma 13 maggio 1955;

R. Tassi, Bruno Zoni, in Criteri novembre-dicembre 1955;

R.Tassi, Zoni alla Saletta, prefazione al catalogo della mostra di Modena, Modena, 1955;

A.C.Quintavalle, Incontri con pittori di Parma, Bruno Zoni suona Debussy, in Il Resto del Carlino 17 luglio 1958;

A.C.Quintavalle, Bruno Zoni, in Aurea Parma XLII 1958, 50-55;

A.C.Quintavalle, Poesia di Bruno Zoni, recensione alla mostra personale di Parma, in Il Resto del Carlino 17 aprile 1959;

I. Petrolini, Bruno Zoni espone a Parma, recensione della mostra personale di Parma, in L’Unitl 25 aprile 1959;

R.Tassi, Al “Libraio” opere del parmigiano Bruno Zoni, recensione della mostra personale di Bologna, in L’Avvenire d’Italia 31 maggio 1959;

Zoni al Libraio, recensione della mostra personale di Bologna, in Il Resto del Carlino 6 giugno 1959;

F.Battolini, Bruno Zoni, in La Nazione 18 novembre 1959;

Cento opere di Zoni esposte all’Universitl di Pisa, in Gazzetta di Parma 6 febbraio 1961;

Si apre la mostra del pittore Bruno Zoni, recensione della mostra di Pisa, in La Nazione 7 febbraio 1961;

L.Lambertini, I pittori Mattioli e Zoni alla Mostra di primavera di Bologna, recensione alla mostra di Bologna, in Gazzetta di Parma 4 aprile 1961;

T.Marcheselli, La nuova forma di Zoni, in Gazzetta di Parma 3 dicembre 1961;

A.C.Quintavalle, L’opera grafica di Bruno Zoni, catalogo della mostra di Pisa, ed.Nistri-Lischi, Pisa, 1961; F.Battolini, scheda Zoni, catalogo del I Premio Cittl di Marsala, ed.STET, Trapani, 1961;

T.Marcheselli, La personale di Bruno Zoni alla Galleria La Ruota, recensione della mostra di Parma, in Gazzetta di Parma 6 febbraio 1962;

Vice, Bruno Zoni alla Ruota, recensione alla mostra di Parma, in Il Resto del Carlino 17 febbraio 1962;

T.Marcheselli, La personale di Bruno Zoni al Ridotto del Teatro di Carpi, recensione alla mostra di Carpi, in Gazzetta di Parma 31 marzo 1962;

R.Tassi, Bruno Zoni, presentazione al catalogo della mostra presso la Galleria della Ruota di Parma, Parma, 1962;

R.Tassi, Bruno Zoni, presentazione al catalogo della mostra presso la galleria del Ridotto di Carpi, 1962;

T.Mazzieri, Paola Braga e Bruno Zoni segnalati a Casalpusterlengo, recensione alla mostra, in Gazzetta di Parma 26 agosto 1964; T.Marcheselli, Zoni, lo scontento, in Gazzetta di Parma 12 ottobre 1964;

T.Marcheselli, restano solo due pittori, Gaibazzi e Zoni, in Al Pont ad Mez, numero unico per il ventennale del bimestrale de La famija Pramzana febbraio 1967;

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G.Cavazzini, Poesia e stile di Zoni in vent’anni di pittura, recensione alla personale di salsomaggiore, in Gazzetta di Parma 5 ottobre 1971;

P.P.Mendogni, Bruno Zoni 12 anni dopo, recensione alla personale di Salsomaggiore, in Il Resto del Carlino 7 ottobre 1971;

G.Pettenati, Il silenzio di Bruno Zoni, recensione alla mostra di salsomaggiore, in L’opinione Pubblica 22 ottobre 1971;

P.P.Mendogni, Nudi di Zoni, recensione alla mostra personale di Salsomaggiore, in Il Resto del Carlino 21 settembre 1972;

G.Cavazzini, Un segno poetico di vita nei nudi di Bruno Zoni, recensione alla mostra personale di Salsomaggiore, in Gazzetta di Parma 24 settembre 1972;

G.Pettenati, I nudi di Zoni, recensione alla personale di Salsomaggiore, in L’opinione Pubblica 13 ottobre 1972;

R.Tassi, Bruno Zoni. INudi, presentazione al catalogo della mostra presso la galleria Il Sagittario di Salsomaggiore Terme, 1972;

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